Abstract:
Juan Falcón è stato un’artista che nella sua opera ha riassunto molte tendenze artistiche a lui precedenti, incarnando perfettamente quell’epoca effervescente che ha caratterizzato il mondo di Oviedo e, più in generale, la Spagna degli anni ‘80. Come vedremo, in quel periodo, tanto nel contesto spagnolo quanto in quello internazionale, non c'è stata una rottura totale con le pratiche artistiche precedenti. Anzi, gli artisti della cosiddetta postmodernità riprendono e attualizzano le pratiche del passato con intenti diversi. Nel suo saggio Postoproduction, Nicolas Bourriaud individua, proprio nei primi anni ‘80, le radici di questo nuovo fenomeno. È così che, in questo nuovo contesto culturale, i concetti di originalità e di creazione del nuovo sbiadiscono lentamente, aprendo la strada al concetto di remake/reenactment, da intendersi non come mera ripetizione, ma come gesto interpretativo che implica sempre una variazione in un diverso qui e ora. La tesi intende dunque analizzare l’opera di Falcón attraverso questa chiave di lettura, contestualizzando il suo lavoro nel sistema culturale-artistico spagnolo degli anni ‘80. Si vedrà come, in Spagna, la ripresa del passato e la sua ri-attualizzazione/ri-significazione non sono un fenomeno da intendersi in senso nostalgico, bensì come espressione di disillusione verso quelle promesse della modernità che si sono infrante e che coincidono, storicamente, con l’entrata della Spagna nell’UE e, più in generale, con la “ricostruzione” dopo la lunga dittatura franchista.