Abstract:
Alla fine degli anni Settanta la scena letteraria cinese viene sconvolta dall’arrivo dei poeti menglong che, intenti a recuperare l’autonomia creativa, sfidano la retorica maoista e intraprendono una profonda ricerca sul linguaggio e sulla soggettività. Tra loro spicca una sola figura femminile, Shu Ting, la prima poetessa ad emergere in modo davvero rilevante nella Cina post-maoista. Nel 1982 Shu Ting pubblica insieme al poeta Gu Cheng una raccolta in cui le singole poesie appaiono senza l’indicazione dell’autore, fattore che sembra suscitare qualche fraintendimento nella critica, talvolta non in grado di riconoscerne la maternità o paternità. Partendo da questo fatto curioso ho voluto provare ad indagare se all’interno della poetica di Shu Ting fosse possibile rintracciare alcune particolari specificità legate al semplice fatto di essere donna. Perché è stato così difficile distinguere le poesie di Gu Cheng da quelle di Shu Ting in quella raccolta? Forse perché la sua identità di donna non è stata sufficientemente presa in considerazione? L’obiettivo principale della mia tesi è dunque quello di rivalutare l’esistenza di un’identità femminile nelle opere Shu Ting, tramite il tentativo di definire aspetti linguistici e tematici che, marcatori di una soggettività specifica, possano risultare significativi per distinguere la sua voce da quella di poeti uomini suoi contemporanei e inserirla all’interno della più ampia tradizione poetica femminile cinese.