Abstract:
Linee naturali, artificiali e troppo spesso mentali, nei secoli, si sono trasformate in quel complesso concetto che comunemente riconosciamo nel confine. Una parola spesso pronunciata con estrema leggerezza, senza riflettere sui diversi significati che porta con sé: se da un lato rappresenta la difesa e la sicurezza di un territorio e delle/dei cittadine/cittadini che lo abitano, dall’altro rappresenta un ostacolo, una barriera, una frontiera che, oltre ad impedire il passaggio fisico delle persone in movimento, annienta speranze, dignità e progetti.
Questa tesi ha l’obiettivo di delineare ed analizzare i contesti dei tre confini dell’Italia del nord, che negli ultimi anni e ad oggi, vedono il passaggio o per lo meno il tentativo di attraversamento di un ampio numero di persone. Accanto a una panoramica sulle caratteristiche dei flussi migratori nella nostra penisola, vengono osservate e confrontate le realtà di Oulx, Ventimiglia e Trieste, analizzando le politiche locali di (non) accoglienza, gli aspetti comuni e le differenze nelle modalità di mobilitazione e sostegno all’arrivo nelle tre città. Inoltre viene studiato l’atteggiamento delle cittadine/dei cittadini nei confronti delle esperienze di solidarietà proposte.
La ricerca etnografica, condotta impiegando tecniche qualitative, prevede lo svolgimento di interviste aperte semi-strutturate a persone che si occupano in qualche forma di accoglienza nelle tre realtà, privilegiando il coinvolgimento di persone appartenenti a collettivi, associazioni, servizi, istituzioni per costruire un quadro il più possibile completo.