Abstract:
I cervi “Sika”, divenuti oggi un'icona culturale e turistica della città di Nara, incarnano dei significati simbolici con profonde radici nella mitologia Shintō. In essa, la diffusione della leggenda del viaggio del kami Takemikazuchi in groppa ad un cervo bianco, ha fatto si che il cervo venisse venerato sin dall’antichità come animale sacro, investito del ruolo di messaggero divino e ponte tra il terreno e il trascendente. Attraverso un’esplorazione dell’antropologia simbolica, la mia riflessione mira ad analizzare l’origine della sacralità di queste affascinanti creature nella credenza Shintō e, successivamente ad approfondire il loro ruolo religioso attraverso uno studio dell’arte devozionale del santuario di Kasuga, osservata all’esibizione curata da Hiroshi Sugimoto, “The Descent of the Kasuga Spirit”; le opere qui presenti, in cui il cervo appare spesso come protagonista, verranno interpretate come espressione del paradigma dell’”honji-suijaku”, una particolare forma di associazione tra Shintō e Buddhismo. Nella seconda parte dello scritto, si intende sviluppare, attraverso un progetto fotografico svolto nel parco di Nara, una riflessione sulle dicotomie, sulle relazioni interspecie, sull’agency e sull’interpretazione dello spazio nel contesto dell’Antropocene, concludendo con una discussione riguardante l’etica del turismo incentrato sull’animale quale attrazione, con riferimento al caso specifico di Nara.