Abstract:
Questa tesi si pone l’obiettivo di indagare il ruolo del dolore all’interno della pratica performativa tra XX e XXI secolo attraverso lo studio del rapporto con esso di Gina Pane, Marina Abramović e Chris Burden.
Nel primo capitolo, viene analizzata la Performance Art da un punto di vista teorico e storico artistico. Nel secondo capitolo tratto le opere di Gina Pane relative alla performance con componenti di dolore, provato da lei per essere reso universale, usato anche come denuncia sociale della condizione delle donne nel mondo dell’arte in particolare nei primi anni ’70. Nel terzo capitolo analizzo il rapporto col dolore nella pratica di Marina Abramović. Nelle sue opere troviamo un dolore che esorcizza traumi del suo passato in cui lo spettatore può ritrovarsi. Vengono analizzate anche alcune opere eseguite durante il sodalizio artistico con Ulay. Nel quarto capitolo tratto la pratica di Chris Burden. La sua performance, spesso estrema nella pratica, è stata studiata per la sua rilevanza a livello internazionale. Verrà analizzato il suo rapporto con il masochismo e con l'institutional critique.