Abstract:
L’arte giapponese viene introdotta in Europa nella seconda metà dell’Ottocento, diventando subito l’oggetto di un’ampia moda esotica e collezionistica. Eredità tangibile di questa sono le istituzioni museali dedicate all’arte orientale presenti in tutto il continente, che fungono per molti da primo e spesso unico contatto con l’Oriente artistico. Seppure l’arrivo e l’influenza suscitata in Europa dall’arte nipponica siano già state ampiamente trattate, ancora poco spazio è dato alla storia espositiva di tali beni e ai suoi risvolti attuali. L’obiettivo di questo studio è quindi quello di identificare come le diverse scelte espositive dell’arte giapponese abbiano influenzato la percezione pubblica di tali oggetti portando alla nascita dei musei d’arte orientale e come si presentano tali istituzioni italiane; per questo scopo sono stati analizzati criticamente documenti storici e comparati studi contemporanei.
Dalle ricerche effettuate si è potuto vedere come il differente posizionamento, allestimento e cura adottati nelle diverse esposizioni siano stati fondamentali nell’evoluzione percettiva dei beni giapponesi, che da semplici ninnoli esotici sono divenuti belle arti, degni di essere esposti in veri e propri musei d’arte dedicati. Analizzando i musei d’arte orientale in Italia è stato invece possibile identificare alcune caratteristiche comuni di tali istituzioni (per natura eterogenee) e constatare il loro impegno nella diffusione di una cultura non stereotipata.