Abstract:
Questa tesi prende in esame la traduzione in cinese realizzata da Zhang Mi di “Le Città Invisibili” di Italo Calvino, per condurre uno studio sulle tecniche di traduzione di metafora dall’italiano al cinese.
Quest’opera letteraria ha un profondo valore allusivo a tre livelli: l’opera intera, i singoli capitoli e le frasi che ne compongono il testo. Poichè la mia analisi è incentrata sul piano linguistico più che sull’interpretazione dell’opera completa, ho preso in esame nel confronto tra prototesto e metatesto le metafore a livello di parole, espressioni e frasi semplici. Questi elementi, estratti dal testo, sono suddivisi per argomento e per grado di convenzionalizzazione nella lingua di partenza, e confrontati con la versione nella lingua d’arrivo per identificare le scelte traduttive adottate. In seguito, osservando le tendenze delle tecniche rispetto alle varie categorie, mi propongo di individuare punti di contatto o di distanza tra il pensiero metaforico italiano e quello cinese.
Nello sviluppo di questa tesi mi avvalgo delle teorie di Lakoff e Johnson, basate sulla derivazione del linguaggio metaforico da una serie di forme di pensiero. Poichè queste strutture mentali sono ampiamente influenzate dalla cultura di provenienza e dall’esperienza di vita credo che lo studio di esse possa costituire uno strumento importante sia per la comprensione del testo dal punto di vista linguistico sia, in prospettive più ampie, per un’indagine sui fondamenti culturali e di pensiero.
Considero questo tipo di ricerca un punto di partenza per uno studio dal grande potenziale nell’ottica dell’avvicinamento culturale italo-cinese.