Abstract:
L’Accademia Carrara di Bergamo, nata dall’iniziativa e dalla donazione del Conte Giacomo carrara, rappresenta una realtà museale peculiare per essersi formata esclusivamente tramite donazioni di collezionisti. Si distingue per la ricchezza e la qualità delle opere conservatevi, ma anche per la sua conformazione museologica e museografica che - pur essendosi mantenuta nell’edificio di primo Ottocento volto ad ospitare una scuola d’arte e una collezione di dimensioni modeste rispetto allo sviluppo successivo - si dimostra sempre in prima linea nell’ammodernamento degli spazi, nel riordinamento e riallestimento delle sale e nell’adeguarsi agli standard europei di fruizione pubblica. Tuttavia, manca ancora ad oggi una ricostruzione organica della storia delle forme che il museo ha assunto nel corso del tempo. Le fonti e le testimonianze sugli allestimenti susseguitisi dal Settecento ad oggi sono a dir poco rare, nonostante questi portino i nomi di grandi personalità come Corradi Ricci e Fernanda Wittgens. A gennaio 2023, dopo soli otto anni dalla riapertura del museo con un nuovo allestimento, la Carrara si mostra completamente rinnovata, con l’aggiunta di nuovi spazi, nuovi colori e nuove acquisizioni di opere.
Questo studio intende offrire una ricostruzione della storia del museo dal punto di vista museografico e museologico, soffermandosi in particolare su quelli che possiamo ritenere i più significativi interventi novecenteschi, cioè l’allestimento del 1912 diretto da Corrado Ricci e quello del 1953 diretto da Fernanda Wittgens, per poi giungere ad analizzare i due riallestimenti del XXI secolo. Attraverso questi passaggi si dimostrerà come l’Accademia Carrara sia sempre stata al passo con gli sviluppi museologici e museografici, al punto di ripensare le proprie forme in momenti sempre più ravvicinati nel tempo per assecondare i ritmi sempre più frenetici con i quali la società contemporanea muta, richiedendo alle strutture museali di rinnovarsi per rispondere al meglio alle nuove esigenze del pubblico.