Abstract:
La situazione di precarietà e incertezza del periodo degli Stati Combattenti permise la fioritura di nuovi sistemi di pensiero innovativi e originali improntati alla ricerca di valori in grado di portare la pace e l’ordine sociale. La maggior parte delle scuole di pensiero affrontavano problemi relativi alla morale e all’organizzazione della società e dello Stato, ma con il declino dei riti che avevano definito tutto il pensiero antico e contemporaneo allo sfaldamento delle istituzioni Zhou, il riferimento al corso naturale delle cose divenne preponderante, e con ciò si rese possibile la formulazione sistematizzata di un pensiero cosmologico. La scoperta di diversi manoscritti datati alla fine del IV secolo a.C., ci offre differenti prospettive intellettuali che hanno a che fare con la natura ultima della realtà, le sue origini, le sue componenti, i modi in cui essa evolve. Tali fonti manoscritte si presentano, pertanto, come veri e propri resoconti cosmogonici che riportano numerose posizioni che insieme costituiscono ciò che possiamo definire una “svolta cosmogonica”. L’interesse per tali questioni sembra essere legato ad una de-centralizzazione dell’uomo e della sua posizione di privilegio. I testi che prenderemo in esame saranno il Fan Wu Liu Xing, il Taiyi Sheng Shui e lo Heng Xian. All’interno di essi, le posizioni cosmogoniche sono così diversificate che non appaiono come originanti da un’unica fonte, il che ci suggerisce che lo sviluppo della cosmogonia della Cina arcaica non risiede più in un processo di diversificazione nato da una singola posizione, quanto piuttosto in un processo di integrazione di diverse fonti.