Abstract:
La figura del regista Andrej Tarkovskij si caratterizza per la trattazione dell'esistenza umana con una particolare spiritualità concentrata su percezioni e stati emotivi dell’individuo in relazione alle ambientazioni, ai ricordi e alla realtà circostante. I suoi film, moralmente impegnati, lo conducono a esplorare un territorio sospeso tra il sensibile e l’invisibile che si traduce in una oscillazione tra realtà e sogno. L’Assoluto è il fil rouge che unisce tutte le opere del regista moscovita, fornendo una precisa prospettiva sull’esistenza che si declina attraverso i sentimenti più reconditi dell’animo umano, l’amore e il dolore. Il tempo è una dimensione fluida e ininterrotta che determina l’esperienza e i significati dell’esistere dove si intersecano la natura, la spiritualità, l’etica e la memoria. Analizzare la filmografia di Tarkovskij presuppone una lettura filosofica nella cui indagine rientrano anche le teorie di Pavel Florenskij, figura poliedrica vissuta a cavallo fra XIX e XX secolo: da questo confronto emergerà che la comunione fra uomo e Dio è resa possibile solo grazie alla dimensione dell’Assoluto.