Abstract:
Abstract tesi
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU, Italia compresa. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile che i Paesi si sono impegnati a raggiungere entro il 2030.
L’obiettivo 5 ovvero Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze, è il focus della mia tesi: tale obiettivo richiede agli Stati coinvolti di intraprendere azioni urgenti per eliminare radicati fattori di discriminazione che limitano i diritti delle donne tanto nella sfera pubblica quanto nella sfera privata. Specificatamente, il target 5.4 afferma la necessità di Riconoscere e valorizzare la cura e il lavoro domestico non retribuito, fornendo un servizio pubblico, infrastrutture e politiche di protezione sociale e la promozione di responsabilità condivise all’interno delle famiglie, conformemente agli standard nazionali.
Il rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) ha cercato di quantificare quanto tempo dedicano alla cura di figli e parenti anziani o fragili le donne e gli uomini nei vari Paesi. In Italia, le donne svolgono 5 ore e 5 minuti di lavoro non retribuito di assistenza e cura al giorno mentre gli uomini 1 ora e 48 minuti. In altre parole, le donne si fanno carico del 74% del totale delle ore di lavoro non retribuito di assistenza e cura. Il peso, consapevole o meno, del lavoro di cura è una delle ragioni che limita le donne nell’essere economicamente autonome, creando un significativo gender gap.Il Rapporto PLUS 2022. Comprendere la complessità del lavoro di Inapp-Plus, pubblicato nel 2023, ha raccolto dati da 45 mila persone di età compresa fra i 18 e i 74 anni, dai quali è emerso che la motivazione principale per cui queste donne hanno smesso di lavorare è proprio la difficoltà di conciliazione tra lavoro e cura, indicata dalla metà delle rispondenti.
In Italia la predisposizione di interventi e misure di conciliazione si configura come un fenomeno piuttosto recente e significativamente meno diffuso rispetto ad altri Paesi europei, originato prevalentemente da sollecitazioni esterne al mercato del lavoro. Il principale motore per lo sviluppo di strategie di conciliazione è stato infatti rappresentato dalle direttive dei programmi di pari opportunità dell'Unione Europea, che hanno identificato nella conciliazione una priorità di intervento, promuovendo e sostenendo finanziariamente la gran parte dell'iniziativa ad oggi realizzate.