Abstract:
Il presente lavoro trova motivo in una riflessione che dall’età moderna arriva a quella contemporanea mediante un “marker” più o meno turistico come quello di “Versailles Italiana” attribuito, anche se non in maniera esclusiva, alla Reggia di Caserta, per similitudini strutturali e progettuali a cui l’architetto Luigi Vanvitelli si è ispirato nella sua progettazione e successiva realizzazione. Dall’adozione del modello francese al suo “abbandono”, invece, per la progettazione del Giardino Inglese, una delle “reali delizie” e oggetto di questo studio; un percorso, più che un’analisi, superando l’idea di mero confronto tra le due realtà, quella italiana e quella francese, tra le tappe fondamentali della sua realizzazione fortemente voluta e influenzata da una committenza “illuminata”, alla continua ricerca e scoperta di un’interpretazione alternativa, e probabilmente più adatta, di ogni scelta e motivazione inerenti al giardino, per la sua struttura e composizione, per il significato e la simbologia, neanche eccessivamente velata, e che ritrova in ognuno di questi elementi riscontro con un simbolismo massonico di cui la corte napoletana e non solo, ne era permeata all’epoca e che fanno del giardino inglese della Regina Carolina d’Austria, rispetto all’intero complesso casertano, l’opportunità per antonomasia per un tentativo di “restituzione identitaria”.