Abstract:
Nell’ottica dell’economia circolare, la chimica degli ultimi decenni si sta concentrando nello sfruttare la biomassa di scarto, in particolare l’oggetto di studio di questa tesi è la biomassa lignocellulosica di legno di pino.
La lignina è un biopolimero molto abbondante, rappresenta circa il 30% della biomassa lignocellulosica.
Nonostante l’ampia biodisponibilità non trova ancora oggi ampia applicazione.
Il motivo è da ricercare nella natura eterogenea dei legami intermonomerici, quali β-O-4, β-5, β-1, 5-5, α-O-4, 4-O-5 e β-β, che viene significativamente modificata durante l’estrazione. Dopo un’approfondita ricerca bibliografica si è deciso di estrarre la lignina seguendo sei metodi diversi; diossano, organosolv, kraft, des, EMAL, si è provato a caratterizzare, in fine, la lignina cuprammonio.
Il focus di questo lavoro di tesi è indagare le modificazioni strutturali a seconda del tipo di estrazione, per fare questo sono state fatte analisi tramite differenti tecniche quali 31P NMR, HSQC, GPC, FT-IR, DFRC, gas massa, gas massa pirolisi e analisi elementare al fine di indagare le modificazioni strutturali causate dall’estrazione stessa.