Abstract:
L'oggetto dello studio è la bottega di Paolo Veronese negli ultimi decenni di attività (1570-1598). Si analizzano la composizione e le dinamiche dell'atelier attraverso le fonti letterarie e documentarie, nonché tramite l'osservazione e il confronto delle opere d'arte che costituiscono dei problemi di autografia. A quest'ultimo proposito si è potuto constatare che un approccio stilistico è risultato insufficiente, dunque si sono considerate anche questioni di linguaggio, di iconografia, di storia della cultura e di contesto: si è cercato di badare alle "ragioni dell'iconologia". L'aspirazione dei collaboratori a uno stile e un linguaggio omogenei e conformi a quelli del maestro ha prodotto, alla morte di quest'ultimo (1588), il peculiare fenomeno degli "Haeredes Pauli", firma utilizzata dai membri della famiglia di Paolo Veronese (Benedetto, Carlo e Gabriele Caliari) per continuare la sua attività. Il tentativo di esaminare la strategia imprenditoriale della bottega ha contribuito a delineare il ruolo di ciascun componente anche sul versante artistico. Si sono scelte alcune commissioni concentrate a Treviso (come il ciclo di affreschi della sala del Vescovado e le pale d'altare per le chiese della città) e nei dintorni (ciclo di affreschi per alcune ville), in particolare legate al patrocinio dei vescovi Giorgio e Francesco Corner (1564-1596), per comprendere le modalità operative della bottega veronesiana prima e dopo l'uscita di scena di Paolo Veronese.