Buona fede e trasparenza contrattuale nella disciplina dei consumi

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dc.contributor.advisor Camardi, Carmela it_IT
dc.contributor.author Senigaglia, Roberto <1970> it_IT
dc.date.accessioned 2010-03-08T08:10:54Z it_IT
dc.date.accessioned 2012-07-24T14:16:48Z
dc.date.available 2010-03-08T08:10:54Z it_IT
dc.date.available 2012-07-24T14:16:48Z
dc.date.issued 2004-03-12 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/255 it_IT
dc.description.abstract Elemento caratterizzante la disciplina sui consumi è la trasparenza contrattuale. Al fine di ricostruire l'autonomia dell'orizzonte di senso di tale paradigma, si rende anzitutto necessario ripercorrere la teoria sulle clausole generali e, in particolare, sulla buona fede contrattuale mediante una ricognizione degli orientamenti dottrinali e giurisprudenziali in materia. L'impatto negativo sulla stabilità sistemica delle teorie metafisiche e metagiuridiche della buona fede contrattuale e di quelle che fondano tale clausola generale sul principio di solidarietà, conduce a concepire la buona fede oggettiva come paradigma di azione dei contraenti e criterio di giudizio. Dalla buona fede, così intesa, viene estrapolato l'obbligo di informazione precontrattuale e posto in relazione con la disciplina dei vizi della volontà. L'operatività delle regole di correttezza contrattuale conosce una riorganizzazione nel momento in cui ci si sposta dalla contrattazione individuale a quella di massa, caratterizzata dalla standardizzazione del contenuto del contratto realizzata dall'operatore professionale. In ordine a tale ambito problematico non sfuggono i fenomeni di complessificazione, tra cui l'europeizzazione, la crisi della statualità del diritto e il primato del mercato. Sul piano più strettamente normativo, la ricostruzione della teoria sulla trasparenza contrattuale si edifica sulla disciplina settoriale di derivazione comunitaria avente ad oggetto i contratti le cui parti sono un professionista ed un consumatore. Anche in ordine a tale materiale normativo, la r icerca d ella r atio e he o rienta 1 a p olitica d el consumerism è p rodromica alla prospettiva da assumere nella indagine del novum; non tanto la prospettiva del contraente debole, bensì quella del mercato. Tale lettura funzionale e onsente di riflettere sul ruolo della buona fede nella disciplina delle clausole vessatorie, sul nuovo rapporto che si istituisce tra forma e contenuto dell'atto nonché sul senso del nuovo paradigma contrattuale dato, appunto, dalla trasparenza. Il diritto del mercato, fondato sulla trasparenza contrattuale, rievoca l'ambito di rilevanza dei fenomeni di conoscenza e conoscibilità nella dinamica contrattuale, mettendo in luce un progressivo mutamento di veduta che dalla conoscibilità, di cui all'art. 1341 cod. civ., si trasferisce alla conoscenza effettiva. Il contenuto della trasparenza contrattuale, e in particolare dei paradigmi di chiarezza e comprensibilità delle clausole, viene particolarmente messo in evidenza dalla disciplina sulle clausole vessatorie dalla quale emerge, tra l'altro, la sua estensione tanto al contenuto normativo che a quello economico del contratto. Tutto ciò consente di esperire il tentativo di ricostruzione di una teoria sulla trasparenza contrattuale. Attraverso lo sguardo analitico della normativa settoriale consumeristica e l'approfondimento dei problemi di qualificazione, si è reso possibile tracciare l'autonomia di senso della trasparenza contrattuale nella disciplina dei consumi rispetto alla buona fede, anche in ordine al regime dei rimedi. E' così che la trasparenza nei contratti business to consumer viene congegnata quale regola contenutistica e protezionistica, ovvero quale principio di ordine pubblico economico di protezione. Contractual transparency is a landmark in consumerism. If one wishes to single out the autonomous meaning of such code of conduct, in first place a survey of the theory of general clauses with special regard to contractual good faith, focusing on examination of the doctrine and precedent law on the issue, will be needed. The stability of the system is negatively a ffected by the metaphysical and nonlegal theories on contractual good faith as well as by those basing the said general obligation on the principle of solidarity, and this leads to regard contractual good faith as a rule of action for the parties and a ground for judgement. The obligation of pre-contractual disclosure is believed to come out of the so understood good faith, and needs to be related to the law on vices of the will. The way of working of the rules on fair contracting is to be reorganised if and when one moves from individual contracts to mass contracts, the latters being marked out by the standard form, prepared by the business doingparty, of their contents. Complexity factors such as implementation of European regulations ("Europeisation"), crisis of parliament-made law and primacy of the market should be kept in mind when approaching the problem. On a more strict legal level the working out of a theory on contractual transparency is to be pursued via the branch law on contracts entered into between business doing subjects and consumers of European derivation. In this respect too the quest of the ratio legis beneath the policy of law-making on consumerism should come before the choice of the viewpoint to be taken in the inquiry about the new; not as much the viewpoint of the weaker party than the one of the market. Then this functional reading will allow to focus on the role of good faith in the law on abusive clauses, on the new relationship between form and contents of the act as well as on the new contractual standard given by transparency. The law of the market, based on contractual transparency, leads the attention on the relevance of the issues of knowledge and knowability in contract making and emphasises a progressive change from knowability, as related to in sec. 1341 of the civil code, to actual knowledge. The content of the contractual transparency and particularly of the requirements of clarity and comprehensibility of the clauses is specially highlighted by the law on abusive clauses being capable, among other things, to affect either the legal and the economical contents of the act. The above considerations allow to try and work out a theory on contractual transparency. Through an analytical outlook of the consumer law and a deeper approach t o t he p roblems of q ualification it has become possible to trace out t he autonomous meaning of contractual transparency in the law of consumes in respect of good faith also with regard to remedies. Transparency in business to consumer contracts is so regarded to as a rule on contents as well as on protection, that is to say as a protecting principle of economic public policy. it_IT
dc.format.medium Tesi cartacea it_IT
dc.language.iso it it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Roberto Senigaglia, 2004 it_IT
dc.title Buona fede e trasparenza contrattuale nella disciplina dei consumi it_IT
dc.title.alternative Good faith and contractual transparency in consumer law it_IT
dc.type Doctoral Thesis it_IT
dc.degree.name Diritto europeo dei contratti civili e commerciali it_IT
dc.degree.level Dottorato di ricerca it_IT
dc.degree.grantor Facoltà di Economia it_IT
dc.description.academicyear 2002/2003 it_IT
dc.description.cycle 1 n.s. (15) it_IT
dc.degree.coordinator Camardi, Carmela it_IT
dc.location.shelfmark D000314 it_IT
dc.location Venezia, Archivio Università Ca' Foscari, Tesi Dottorato it_IT
dc.rights.accessrights Accesso locale (tesi cartacea) it_IT
dc.thesis.matricno T00014 it_IT
dc.format.pagenumber 1 v. it_IT


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