Abstract:
Questa tesi si pone l’obbiettivo di mostrare come alcuni scrittori cinesi contemporanei riescano a creare uno spazio letterario all’interno del quale proporre una critica nei confronti della società odierna attraverso l’utilizzo di specifici artifici letterari. In particolare viene proposto l’esempio de Il settimo giorno di Yu Hua (2013), poiché in quest’opera sono state utilizzate tecniche narrative non realistiche per proporre in modo alternativo fatti di cronaca realmente accaduti. Il primo capitolo esplora l’evoluzione del ruolo dell’intellettuale e dello scrittore in Cina dall’epoca imperiale fino ai giorni nostri, evidenziandone il rapporto con il sistema politico. In particolare offre una panoramica sulla scomparsa del letterato-funzionario con la caduta dell’impero, il prefigurarsi dell’intellettuale organico nel primo Novecento, passando poi alle adesioni ed esitazioni politiche in epoca Maoista, il declino durante la Rivoluzione culturale e la cesura conseguente all’avvento del mercato e alla nascita dello scrittore professionista. La sopravvivenza di una letteratura impegnata si accompagna al fenomeno di censura, nonché di letterati dissidenti. Il secondo capitolo esamina la valenza simbolica di alcune tecniche narrative lontane dal realismo implementate dagli autori contemporanei, quali l’estrema sperimentazione linguistica degli scrittori dell’“avanguardia”, il realismo magico e la fantascienza. Il terzo capitolo si concentra sull’analisi de Il settimo giorno di Yu Hua, sul recupero e l’ammodernamento della tradizione dei racconti zhiguai, che in questo caso diventa il filtro attraverso il quale evoca una critica ad alcuni fenomeni sociali che contraddistinguono la contemporaneità cinese.