Abstract:
Riuscire ad immaginare un mondo senza comunicazione è un compito faticoso. Si pensa che le uniche lingue naturali esistenti siano veicolate attraverso il canale uditivo e quello fono-articolatorio. Ciononostante, vi sono persone che, con il loro esempio, dimostrano come sia possibile comunicare tramite una lingua naturale anche attraverso le mani e l’uso della vista. Si tratta delle persone sorde segnanti. Infatti, per loro la lingua dei segni è la lingua che acquisiscono naturalmente perché veicolata attraverso il loro canale comunicativo integro, quello visivo-gestuale. Purtroppo, però, ci sono casi in cui le persone sorde nei loro primi anni di vita, ma non solo, non vengono esposte a nessuna lingua, né vocale né dei segni. È questo il caso di J. e X., una ragazza e un ragazzo, entrambi sordi provenienti dalle Filippine con cui lavoro a scuola, di cui parlerò dettagliatamente di seguito.
In questo studio mi soffermerò sulla condizione della deprivazione linguistica e sul periodo critico, finestra temporale che termina più o meno con la fine dell’adolescenza, entro la quale si può acquisire in maniera pienamente funzionale il linguaggio. Verranno descritte brevemente la lingua dei segni italiana (LIS), la lingua dei segni americana (ASL) e il ruolo dell’assistente alla comunicazione. Il nucleo centrale dell’elaborato consisterà nella spiegazione del lavoro svolto con i ragazzi, J. e X., e nella conseguente analisi dei dati riguardo il loro apprendimento della LIS e della lingua italiana scritta. È stato somministrato loro, due volte nel corso dell’anno scolastico, un test di comprensione lessicale per bambini, il TCGB. In conclusione, potremo osservare e commentare i risultati dei dati raccolti nel corso dello studio.