Abstract:
La tesi si propone di analizzare il competitive balance, vale a dire il grado di equilibrio di una competizione, un elemento essenziale per determinare il grado di attrattività di un determinato sport, essendo esso direttamente in relazione con le aspettative del pubblico riguardo i vincitori di un dato evento o competizione. Se l’esito dell’evento o della competizione sportiva è facilmente prevedibile, la domanda da parte del pubblico e quindi l’attendance saranno - secondo molti studiosi - molto bassi. L’equilibrio competitivo è strettamente correlato dunque, alle aspettative che gli spettatori di un evento sportivo hanno riguardo a chi avrà la meglio nell’evento stesso: in un contesto di perfetto equilibrio, gli spettatori ritengono che tutti i risultati siano egualmente possibili, e quindi ci sia una completa incertezza del risultato finale. Maggiore è l’equilibrio della competizione, maggiore sarà anche l’interesse del pubblico. Maggiore è l’interesse del pubblico, maggiore saranno le conseguenze dal punto di vista mediatico e dagli introiti che possono ricevere le squadre; è dunque una variabile esplicativa fondamentale per la domanda di sport.
Come vedremo nei primi due capitoli, le diverse posizioni sul modo di mettere in relazione l’incertezza del risultato con la domanda di sport possono derivare, in una certa misura, dal fatto che la struttura e l’organizzazione delle leghe professionistiche sono piuttosto differenti, specialmente tra USA e Europa. Esistono diversi tipi di meccanismi per far sì che si possa ottenere il miglior equilibrio possibile. La tesi si propone di ricercare questi diversi tipi di meccanismi, come sono applicati, le differenze che esistono tra i vari sport e/o nazioni e cerca di individuare, attraverso due analisi empiriche nei successivi due capitoli, quali sono i migliori strumenti per bilanciare il più possibile un evento.