Abstract:
Il terremoto che ha colpito il Giappone nord-orientale l’11 marzo 2011, ha provocato un forte senso di desolazione che ha pervaso gli animi di chi l’ha vissuto in prima persona, palesando la fragilità di un futuro già precario di per sé. Nello specifico, si vuole indagare sulla situazione dei giovani, i quali hanno per lungo tempo rappresentato una categoria considerata politicamente apatica e ampiamente stereotipata dai media, ritrovandosi a dover vivere nell’incertezza data dalla costante precarietà lavorativa, nella frustrazione di non riuscire ad avere una propria indipendenza e nella preoccupazione legata alle attuali condizioni sociali ed ambientali, che caratterizzano il presente e il futuro di questa generazione “digitale”. Attraverso i dati raccolti in tre mesi di ricerca sul campo a Tōkyō (febbraio-aprile 2012), si proverà a comprendere come essi siano riusciti a sfruttare le potenzialità dei social media al fine d’intensificare le connessioni con gli altri individui, in una fitta rete di scambio emozionale come può essere quella di Internet, con i suoi blog e i social network, dalla quale si è creata una “società civile 2.0”. La creatività ricopre un ruolo centrale in questa ricerca: attraverso alcuni case study (esempi di una comunicazione alternativa attraverso l’uso dei social media, fenomeno dei MADmovies usati come strumento critico, forme di “protesta creativa” e utilizzo dell’ironia durante le manifestazioni) si proporranno numerosi esempi di metodi di comunicazione su vari livelli, adottati indistintamente dai singoli individui e dai giovani gruppi di protesta che, partendo dalla diffusione tramite i social media, hanno trovato forza e vigore anche nella realtà metropolitana delle strade, promuovendo l’intento primario di risvegliare una coscienza critica e una nuova “politica del quotidiano” nella Tōkyō contemporanea.