Abstract:
Primavera del 1418. Il Consiglio di dieci istituisce al suo interno il Collegium subdomitarum: i Signori di notte al criminal, accusati di essere inefficaci e inefficienti nella loro attività repressiva, vengono estromessi definitivamente dalla giurisdizione del vizio nefando nella città lagunare. Come viene giustificato questo importante - quanto eccezionale - mutamento istituzionale? Quali timori o pressioni si celano dietro questa decisione? Quale la posta in gioco?
A partire dall'analisi di alcuni processi inediti per sodomia dei Signori di notte al criminal (ASVe, Signori di notte al criminal, reg. 12, cc. 32v, 54v, 65r-v, 71r-v, 74v, 76v, 80v-81r), risalenti al periodo compreso fra il 1392 e il 1403 - cioè precedenti al maxiprocesso del 1407, che coinvolse una trentina di uomini, di cui almeno quindici patrizi, e vide intervenire per la prima volta il Consiglio di dieci - la presente ricerca intende verificare, per quanto la natura e i limiti delle fonti stesse lo consentono, l'operato della magistratura notturna messo sotto accusa dal principale organo di governo veneziano.