Abstract:
Abstract: Questo elaborato è una proposta di traduzione dei primi due capitoli del saggio “nǚxìng zhǔyì 女性主义” della sociologa Li Yinhe 李银河. A partire dal dibattito internazionale sulla pretesa di validità universale del femminismo europeo e statunitense, la ricerca si pone l’obiettivo di conoscere e favorire il riconoscimento delle forme del “femminismo con caratteristiche cinesi”.La scelta della traduzione di questo saggio, verte sull’importanza dell’ agency delle donne cinesi che si occupano e discutono dei femminismi, in antitesi con le forme di imperialismo culturale che dibattono le questioni del femminismo cinese attraverso il confronto con testi secondari e anglofoni. Infatti l’elaborato si pone l’obiettivo di sottolineare l’importanza del processo traduttivo come pratica femminista e come fase fondamentale per ridiscutere concetti chiave delle teorie femministe.
La traduzione è quindi una pratica che permette di attuare un femminismo decoloniale, stimolando l’emersione di teorie e pratiche autoctone in paesi subordinati all’egemonia culturale continentale. Al contempo la traduzione è una pratica che interroga le possibilità e i limiti della propria lingua, in quanto, le problematiche relative ai concetti trasmessi da una lingua all’altra, soprattutto nell’ambito dei femminismi, a volte si scontrano con il problema dell’ intraducibilità, a volte hanno la possibilità di ridefinire i termini stessi, come le categorie di “genere” e “sesso”.
I primi due capitoli di traduzione dell’elaborato rispettivamente descrivono le varie teorie femministe e la storia dei movimenti femministi. L’opera di Li Yinhe può apparire “occidentale” in quanto mantiene le idee europee e statunitensi alla base delle teorie femministe ed anche la storia dei movimenti femministi è una descrizione di movimenti principalmente dei paesi anglofoni. Se da un lato questa forma di “occidentalismo” può fare luce su una forma di egemonia continentale presente anche nell’ambito femminista, dall’altro può essere semplicemente la volontà della sociologa di introdurre alcune idee del femminismo europeo e statunitense in Cina. L’ultimo capitolo infine è un commento traduttologico al testo tradotto, che indaga i problemi traduttivi riscontrati e sottolinea l’importanza della traduzione come pratica femminista.