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Con quali modalità sono rappresentate, all’interno dei libri scandinavi per l’infanzia del nuovo millennio, le esperienze dei personaggi transgender, e dunque di quei corpi che non si conformano ai dettami della norma eteropatriarcale? L’analisi, nello specifico, dei romanzi Pojkarna (2011, lett. I ragazzi, it. Girls) di Jessica Schiefauer, Vi skulle vært løver (2018, lett. Avremmo dovuto essere Leoni, it. Dobbiamo essere leoni) e Jeg er Leona (2020, Io sono Leona) di Line Baugstø, e XY (2015, XY) di Nicole Boyle Rødtnes, e di altri libri per bambini, illustrati e non illustrati, consentirà di esaminare, alla luce del più recente dibattito critico (Kivilaakso – Lönngren – Paqvalén 2012; Epstein 2013, 2021; Warnqvist 2017, 2021; Franck 2019), tendenze e indirizzi prevalenti nella letteratura infantile svedese, norvegese e danese in relazione alle tematiche e le questioni tipiche del mondo LGBTQ+. Non è senza fondamento l’idea che inclusione e attenzione alle minoranze siano, nel complesso, realtà concrete in Scandinavia più che altrove, ma va rilevato come nella letteratura, che poi è una rielaborazione artistica delle sensibilità sociali, la raffigurazione delle esperienze queer passi ancora per una problematizzazione delle stesse, il che comporta che aspetti negativi e difficoltà prevalgono sugli accenti positivi, non assenti dalle vite ed esperienze degli individui e dei corpi non conformi. |
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