Abstract:
[09:50, 24/3/2022] Giulia Iacuz: Dopo la dichiarazione della resa da parte di Giappone e Germania nel 1945, gli Stati Uniti occuparono militarmente entrambi i paesi al fine di avviare tutte le riforme necessarie a trasformarli in democrazie. Nel primo caso, pur mantenendo formalmente la struttura del vecchio governo, gli Stati Uniti esercitarono con un'autorità praticamente assoluta, mentre nel secondo il loro raggio d'azione era limitato all'interno dei confini della loro Zona d'Occupazione, dove, in ogni caso, non potevano avviare politiche troppo distanti da quelle delle Zone degli altri paesi Alleati, ossia Inghilterra, Francia e Unione Sovietica, in quanto l'obiettivo finale doveva essere la riunificazione della Germania, una volta che fosse stata giudicata aver raggiunto un livello di democrazia sufficientemente stabile.
Le riforme non tralasciarono nessun aspetto legato al mondo scolastico: furono rivisti i contenuti delle materie, soprattutto storia, etica ed educazione fisica, venne allontanato il personale troppo legato ai vecchi regimi, e in generale si cercò di promuovere un metodo d'insegnamento che incoraggiare gli studenti a pensare in modo critico, in opposizione all'indottrinamento propagandistico degli anni precedenti. Fu più facile attuare cambiamenti in Giappone, sia perché gli Stati Uniti potevano operare uniformemente in tutto il paese, sia perché la popolazione locale aveva già adottato in passato modelli stranieri. In Germania invece, la divisione del paese sia in Zone d'Occupazione che in Länder, regioni con sistemi amministrativi anche molto diverse tra loro, rendeva più complicato formulare un programma applicabile in modo uniforme a livello nazionale. A ciò si aggiungeva il fatto che alcuni governatori regionali erano piuttosto restii ad accettare le indicazioni di un paese straniero, ritenendo che spettasse ai tedeschi capire da soli come riformare la propria patria, pertanto spesso si dovette scendere a vari compromessi.
Con l'aumentare delle tensioni con l'Unione Sovietica, più o meno a partire dal 1947, ci furono degli aggiustamenti nell'orientamento delle riforme, che portarono ad un vero e proprio cambio di rotta. Entrando nella fase di Guerra Fredda, la priorità degli Stati Uniti passò dall'eliminare il Nazismo e il militarismo al cercare di contenere il più possibile l'espansione della sfera d'influenza dell'Unione Sovietica. In Giappone, dove non era ancora chiaro quale orientamento politico sarebbe risultato dominante alla fine dell'Occupazione, vennero licenziati migliaia di dipendenti pubblici, tra cui anche molti insegnanti, che risultavano in qualche modo coinvolti con il Partito Comunista Giapponese. Ciò causo forti proteste, espresse con scioperi e manifestazioni anche violente, organizzate dalle unioni sia di lavoratori che studentesche.
In Germania invece, dal momento che il comunismo non era divenne mai tanto popolare da preoccupare eccessivamente le forze d'Occupazione, la situazione restò abbastanza stabile. Tuttavia ci furono vari aggiustamenti nei criteri di giudizio per coloro che avevano supportato il Partito Nazista, arrivando perfino a concedere amnistie generali se ciò avesse potuto favorire il rilancio dell'economia tedesca, al fine di dimostrare come la maggior efficacia del sistema capitalista rispetto a quello comunista nel garantire il benessere a una società.