Abstract:
Lo scopo dell’elaborato è quello di esaminare la rappresentazione della violenza storica perpetrata durante la Rivoluzione culturale (1966-1976) e dei traumi psicologici da essa inflitti all’individuo cinese nella letteratura cinese degli anni Ottanta. Le violenze, le persecuzioni e le ingiustizie diffusesi durante tale decennio sono state oggetto di molteplici opere letterarie in cui si riflettono le dolorose memorie del passato recente. Non è un caso che gli scrittori della ricerca delle radici, molti dei quali sono “giovani rieducati”, e gli autori dell’avanguardia cinese appartengano tutti alla generazione che ha vissuto sulla sua pelle gli anni del Maoismo. La loro vita è contrassegnata da un profondo dolore psichico, il quale risulta essere il trauma che ognuno di loro cerca di rappresentare. Il riflesso di tale status di sofferenza interiore è dato da un uso strumentale della violenza e della follia come forme di linguaggio, che accomuna le due correnti letterarie.
Al fine di mettere in luce i riflessi psicologici della violenza storica sulla letteratura cinese, è stata presa in esame un’opera di Han Shaogong, esponente della ricerca delle radici. Nelle sue opere, l’autore rappresenta in chiave allegorica le ferite psicologiche inflitte all’individuo dalla violenza politica dell’epoca maoista culminata nella Rivoluzione culturale, mediante la raffigurazione di personaggi deformi e affetti da disturbi cognitivi; tali figure alludono alla regressione dell’individuo durante il buio decennio della Rivoluzione culturale. L’elaborato si focalizza, pertanto, su una proposta di traduzione, insieme ad un’analisi critico-letteraria del racconto “Il tappo blu”; l’analisi ha come scopo quello di mostrare al lettore l’impatto delle atrocità della Rivoluzione culturale sull’individuo mediante un’indagine psicologica della figura di Chen Mengtao, vittima segnata da tale decennio di follia, nonché espressione della degenerazione mentale dell’individuo, in seguito alla traumatica esperienza nei campi di lavoro maoisti.