Abstract:
I libri di testo scolastici e la propaganda islamofobica hanno diffuso in Italia e negli altri paesi occidentali un’immagine deformata della Palestina e dei palestinesi. Si è attuato, tramite essi, un totale capovolgimento della realtà. Le opere della letteratura palestinese contemporanea di genere narrativo analizzate in questo elaborato non solo contribuiscono al rinnovamento dell’immaginario letterario italiano (specie quello invalso nella formazione scolastica), ma invalidano gli assunti di base di tale propaganda: i palestinesi non sono un popolo di agricoltori-nomadi arretrato ed incapace di evolversi, bensì una comunità di persone soggetta alle medesime trasformazioni sociali e culturali che interessano l’occidente; le donne e gli uomini palestinesi non esistono solo genericamente, in quanto membri del gruppo di appartenenza nazionale, ma hanno ciascuno una propria dimensione individuale articolantesi in una molteplicità di ambiti; la Palestina non era un deserto, bensì una terra rigogliosa ed ospitale divenuta riarsa a causa della distruzione operata dagli eserciti occupanti; l’infanzia dei bambini palestinesi non è un periodo caratterizzato necessariamente da sole esperienze traumatiche, ma, anche in condizioni di estrema indigenza, essi imparano a giocare e, a modo loro, ad essere felici; la guerra intrapresa dal movimento ebraico-sionista in Palestina non è consistita in una serie di trascurabili operazioni militari: si è trattato invece di un programma di occupazione del territorio basato su di un’ideologia coloniale e razzista e avente come suo principale obiettivo quello della pulizia etnica.