Abstract:
All’interno del panorama di studi sul cosiddetto shunga, le rappresentazioni che coinvolgono personaggi stranieri non vengono considerate come facenti parte di una categoria a sé stante, e hanno in generale goduto di scarso interesse accademico.
Attraverso un approccio critico rispetto al concetto di “pornografia” nell’accezione che spesso viene attribuita allo shunga e all’analisi del contesto storico-culturale in cui la maggior parte delle opere prese in esame si collocano, la seguente ricerca si propone di analizzare come genere vitale e fortemente ricettivo una serie di stampe e dipinti che abbiano come protagonisti personaggi non-giapponesi realizzate verso la fine del periodo Edo (1603-1868) e l'inizio del periodo Meiji (1868-1912). In un periodo di complessi rapporti e scambi con nazioni e potenze straniere, la rappresentazione dello "straniero" - da presenza esotica ed inquietante a modello di eleganza e raffinatezza, oppure ancora nemico da dominare e deridere - in momenti di intimità ed erotismo permette di esemplificare in modi sfaccettati e complessi i meccanismi di costruzione dell’identità nazionale Meiji.