Abstract:
La Sindrome d’Asperger è stata recentemente riconosciuta tra i disturbi a
spettro autistico a partire dalla sua classificazione nell’ICD-10 e
nel DSM IV: chi ne è affetto ha difficoltà nel relazionarsi con l’
altro, non riconosce facilmente le emozioni, può essere goffo, ha interessi
bizzarri e ristretti, ma ha un buon quoziente d’intelligenza che può
significare una prognosi positiva, se si interviene precocemente nel
trattamento. Secondo alcuni studi recenti, sembra persino che molti tra i più
famosi geni dell’umanità siano stati affetti da Sindrome d’Asperger. Nella
realtà quotidiana, pochi di questi soggetti potranno arrivare a tali successi,
ma con l’aiuto dei Servizi Specialistici si può intervenire affinchè costoro
diventino autonomi e si integrino nella società.
Dal riconoscimento della Sindrome ad oggi si assiste però ad un aumento delle
diagnosi tra i minori in carico ai Servizi di Neuropsichiatria Infantile,
mentre tra i Servizi che si occupano di Disabilità nell’Età Adulta, i soggetti
in carico sono numericamente irrilevanti. Si dimostra, attraverso un’indagine
condotta nel territorio dell’Azienda ULSS n° 8, che la Sindrome di Asperger è
spesso sconosciuta tra gli adulti che ne sono affetti e che i suoi disturbi
sono interpretati come sintomi di altri disagi. Gli adulti con Sindrome d'Asperger non sono pertanto facilmente riscontrabili nei Servizi Specialistici, poichè, al compimento della maggiore età, ottengono una nuova diagnosi.
L’approccio differente dei Servizi alla malattia incide pertanto sul percorso
di cura, compromettendone l'integrazione nel tessuto sociale e
l'autonomia del soggetto adulto.