Il significato filosofico della colpa e del peccato dall'antichità al Novecento

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dc.contributor.advisor Adinolfi, Isabella it_IT
dc.contributor.author Brugnera, Giada <1998> it_IT
dc.date.accessioned 2023-02-06 it_IT
dc.date.accessioned 2023-05-23T12:55:16Z
dc.date.issued 2023-03-16 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/23034
dc.description.abstract Il sentimento di una colpevolezza universale e inaggirabile sembra gravare sull'uomo sin dall'inizio della storia; questa colpa ha assunto, in base alle diverse epoche e alle diverse interpretazioni della realtà, diversi nomi e diversi volti. Nel cosmo regolato da ordine e necessità dell'antica filosofia greca, la colpa umana è la rottura di un equilibrio che dev'essere ristabilito attraverso la propria morte; nelle prospettive delle antiche religioni politeiste e monoteiste, la colpa diviene invece una trasgressione, per ignoranza o malvagità, di comandamenti divini. La colpevolezza viene così ad assumere il nome di peccato, ed esiste una colpa che è connaturata all'esistenza stessa dell'uomo: quella del peccato originale, che costituirà per secoli la chiave d'interpretazione della vita umana sulla terra, lacerata dal dolore, dalla malattia, dal male e dalla morte. L'umanità ha sempre cercato, infatti, di comprendere il male che attanaglia il mondo: esso è dovuto forse a delle colpe di cui l'uomo è responsabile? Se nelle prospettive mitologico teologiche il male è causato dal peccato, dalla corruzione della natura umana, dall'ira divina, in una modernità sempre più razionale e secolarizzata le categorie religiose del peccato e della redenzione non sembrano più essere sufficienti. Forse l'uomo è invece originariamente innocente, e sono i costrutti della morale a denunciarlo come colpevole; oppure egli sperimenta un senso di colpevolezza che ha la propria origine nella dimensione socio-economica, in un debito economico. Nel Novecento la colpa cessa di essere intesa in termini religiosi, eppure resta al centro delle riflessioni filosofiche dei più importanti pensatori del secolo. La filosofia ci presenta l'esperienza della colpa come qualcosa di universale, che attanaglia tutti gli uomini, eppure essa è qualcosa che appartiene sempre al singolo uomo: la colpa è qualcosa di personale, di individuale, eppure sembra essere legata all'esistenza stessa dell'uomo a livello ontologico. Il problema filosofico della colpa quindi non cessa di essere urgente, poiché intrinsecamente legato alla questione del male, del libero arbitrio e della responsabilità umane. it_IT
dc.language.iso it it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Giada Brugnera, 2023 it_IT
dc.title Il significato filosofico della colpa e del peccato dall'antichità al Novecento it_IT
dc.title.alternative Il significato filosofico della colpa e del peccato dall’antichità al Novecento it_IT
dc.type Master's Degree Thesis it_IT
dc.degree.name Scienze filosofiche it_IT
dc.degree.level Laurea magistrale it_IT
dc.degree.grantor Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali it_IT
dc.description.academicyear 2021/2022 - appello sessione straordinaria it_IT
dc.rights.accessrights closedAccess it_IT
dc.thesis.matricno 870737 it_IT
dc.subject.miur M-FIL/03 FILOSOFIA MORALE it_IT
dc.description.note it_IT
dc.degree.discipline it_IT
dc.contributor.co-advisor it_IT
dc.date.embargoend 10000-01-01
dc.provenance.upload Giada Brugnera (870737@stud.unive.it), 2023-02-06 it_IT
dc.provenance.plagiarycheck None it_IT


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