Abstract:
Il sentimento di una colpevolezza universale e inaggirabile sembra gravare sull'uomo sin dall'inizio della storia; questa colpa ha assunto, in base alle diverse epoche e alle diverse interpretazioni della realtà, diversi nomi e diversi volti.
Nel cosmo regolato da ordine e necessità dell'antica filosofia greca, la colpa umana è la rottura di un equilibrio che dev'essere ristabilito attraverso la propria morte; nelle prospettive delle antiche religioni politeiste e monoteiste, la colpa diviene invece una trasgressione, per ignoranza o malvagità, di comandamenti divini. La colpevolezza viene così ad assumere il nome di peccato, ed esiste una colpa che è connaturata all'esistenza stessa dell'uomo: quella del peccato originale, che costituirà per secoli la chiave d'interpretazione della vita umana sulla terra, lacerata dal dolore, dalla malattia, dal male e dalla morte.
L'umanità ha sempre cercato, infatti, di comprendere il male che attanaglia il mondo: esso è dovuto forse a delle colpe di cui l'uomo è responsabile?
Se nelle prospettive mitologico teologiche il male è causato dal peccato, dalla corruzione della natura umana, dall'ira divina, in una modernità sempre più razionale e secolarizzata le categorie religiose del peccato e della redenzione non sembrano più essere sufficienti. Forse l'uomo è invece originariamente innocente, e sono i costrutti della morale a denunciarlo come colpevole; oppure egli sperimenta un senso di colpevolezza che ha la propria origine nella dimensione socio-economica, in un debito economico. Nel Novecento la colpa cessa di essere intesa in termini religiosi, eppure resta al centro delle riflessioni filosofiche dei più importanti pensatori del secolo.
La filosofia ci presenta l'esperienza della colpa come qualcosa di universale, che attanaglia tutti gli uomini, eppure essa è qualcosa che appartiene sempre al singolo uomo: la colpa è qualcosa di personale, di individuale, eppure sembra essere legata all'esistenza stessa dell'uomo a livello ontologico. Il problema filosofico della colpa quindi non cessa di essere urgente, poiché intrinsecamente legato alla questione del male, del libero arbitrio e della responsabilità umane.