Abstract:
Il presente elaborato prova a pensare la traduzione come un processo, chiamato in questa teti traduzione inclusiva, che vede tutti gli attori aventi a che fare con la traduzione (autore/lettore/traduttore) ugualmente importanti, al fine di poter trasmettere il messaggio-testo in una maniera eticamente corretta. Come concetti di base di questa teoria sono stati utilizzati il segno di Pierce e la traduzione intersemiotica di Jakobson. Utilizzando un approccio di tipo semiotico, si rifletterà sul concetto di traducibilità e sui processi di ri/decodificazione del segno, attraverso lo studio del discorso interno vygotskijano, della semiosfera di Lotman e sul non detto. Dopo aver discusso le basi teoriche della traduzione inclusiva, la si utilizzerà per sperimentare una sua effettiva applicazione. Questo avverrà attraverso l’utilizzo del metodo inclusivo, traducendo il testo Inu nomizo shiru - Dog knows (La canina provvidenza - Dog knows), dello scrittore horror e mistery Kishi Yūsuke. Dopo una fase di studio preliminare, di stampo bourdieuiano, dell’opera, dell’autore e della sua posizione all’interno del campo della letteratura verranno, infine, discusse le particolari difficoltà rilevate durante la fase traduttiva del testo, concludendo con una riflessione sulle potenzialità della traduzione inclusiva e il suo metodo.