Abstract:
Gli ebrei hanno subito discriminazioni e persecuzioni a partire da quel grave episodio che è stato la morte di Cristo, di cui sono considerati responsabili. Venezia non è immune all'antigiudaismo, ma il governo non si dimostra succube del fanatismo cieco, sapendo prendere decisioni controcorrente quando queste si dimostrino più vantaggiose in termini economici e di ordine pubblico, per buona pace di predicatori, papa e Sant'Uffizio. Gli ebrei raccontati per secoli come mostri ed esseri capaci di ignobili azioni, a partire dal Tardo Medioevo vengono raffigurati con un'iconografia funzionale a sottolinearne l'aspetto diabolico e di ‘diverso’. Sono tre gli elementi figurativi utilizzati per costruire la loro immagine: la caricatura, l'aspetto di orientali e una spiccata gestualità infamante. Le scene che maggiormente si prestano a questo scopo sono quelle della Passione di Cristo in cui gli ebrei sono i principali protagonisti negativi, con poche ma importanti eccezioni. Il percorso di immagini che è stato creato ha la funzione di vedere come l'iconografia del giudeo si è evoluta nei tre ambiti considerati lungo tutto il Cinquecento, prendendo in considerazione la produzione artistica a Venezia e nel suo Dominio di terraferma.