Abstract:
Nel corso della storia dell’umanità, i fiumi hanno sempre goduto di fortune alterne. Negli ultimi anni la loro importanza è stata riscoperta in un’ottica totalmente innovativa: specialmente in Francia ed in alcuni Paesi del Nord
Europa: hanno iniziato a rappresentare un’importante attrattiva turistica, che ha
portato allo sviluppo di nuove forme di turismo che sono andate ad affiancare, ed in
parte sostituire il turismo tradizionale, di massa, per lo più balneare e legato ai grandi
centri cittadini. Si tratta di una visione del tutto nuova di vivere le località, che
testimonia una sempre più crescente attenzione verso il rispetto dell’ambiente, ma anche
la voglia da parte dei turisti, di vivere un’esperienza che li porti ad immergersi nei
luoghi visitati, affianco al viaggio lungo il corso d’acqua, difatti, hanno iniziato a
svilupparsi numerose attività. Tale nuova forma di turismo, ha incontrato non poche difficoltà a
svilupparsi in Italia. Un esempio in tal senso è dato dai territori del Veneto Orientale,
che, nonostante siano caratterizzati da un territorio ricco di corsi d’acqua e di importanti
risorse naturali e culturali, hanno legato, dagli anni ’60 fino almeno alla metà degli anni
’90, la loro economia turistica alla vasta offerta balneare, individuando nelle località di
Eraclea, Caorle e Bibione i suoi più importanti poli turistici. Con il diffondersi del
turismo esperienziale, in cui, in cui rientrano la navigazione dei fiumi, con kajak, canoe o imbarcazioni a motore, la riscoperta dei prodotti e della storia dei luoghi, il Veneto Orientale ha dovuto affrontare le difficoltà insite in un litorale omologato che ha perduto irreversibilmente gran parte della sua naturalità̀ ed originalità; tuttavia, la fortuna di avere importanti centri storici e paesaggi fluviali come il Lemene fa sì che attraverso un’adeguata progettualità, anche tali territori possano dare nuova vitalità al settore turistico.