Abstract:
Per tutti gli stakeholders interni o esterni all’azienda, l’interesse per le questioni ambientali, sociali e di governance – sintetizzabili con l’acronimo ESG (Environmental, Social, Governance) – ha portato a una rapida diffusione della finanza “sostenibile”. Nel primo capitolo dell’elaborato, dopo una prima definizione di sviluppo sostenibile e di finanza sostenibile, vengono analizzati gli aspetti essenziali dei fattori ESG, dalla nozione di ESG ai caratteri che distinguono le aziende ESG compliant e non. In seguito, nel secondo capitolo, ci si interroga sui motivi che spingono le imprese ad applicare i fattori ESG nella loro attività: i clienti, i fornitori, il sistema normativo-politico-regolamentare e il mercato dei capitali – tutte forze a contatto con l’impresa – premono verso una direzione ESG. Poiché il contesto sembra seguire questa tendenza di sviluppo sostenibile, è già possibile dimostrare che le aziende più attente a queste tematiche conseguano risultati migliori, oppure no? Essere compliant rispetto a questi temi, è ancora un costo o è già un costo che si può tradurre in ricavi e quindi in margini più alti? Ma se oggi non è ancora possibile verificarlo o se si verifica solo in alcuni casi, in prospettiva quali sono le aspettative di mercato? L’applicazione pratica, contenuta nel terzo capitolo, consiste nel fare un confronto tra società con un basso, un medio e un alto rischio ESG: il campione, oggetto di analisi, comprende società quotate nei mercati europei e appartenenti all’industria dell’alimentare (food products). L’obiettivo dell’elaborato è quello di capire, attraverso un’analisi puntale delle performance aziendali e un’analisi previsionale delle aspettative, se effettivamente società con un basso rischio ESG ottengano risultati migliori rispetto a quelle con un alto rischio ESG.