Abstract:
David Foster Wallace scrisse La scopa del sistema a soli 24 anni, appena terminati i suoi studi in filosofia. Attraverso il racconto di questa storia vedremo susseguirsi passo per passo diverse tematiche filosofiche nascoste nella tessitura della trama: scopriremo come le questioni inerenti al linguaggio mascherano problematiche esistenziali profonde. La protagonista Lenore ritiene che la sua stessa esistenza sia legittimata solo dal fatto che esistono delle parole che possono raccontarla, ella sente il suo corpo come reale, e così la sua stessa vita, solo attraverso l’atto del raccontare, solo attraverso il gesto del narrare. In che modo si inserisce lo sguardo attento della filosofia nella letteratura? Cosa intendiamo per autore e personaggio fittizio, come viene delineandosi l’autorialità all’interno del contesto di finzione letteraria?
Con il supporto del pensiero kierkegaardiano vedremo configurarsi il testo letterario come quel luogo nel quale un plesso di possibilità che possano dirsi esistenziali, inerenti all’esistenza del singolo, trovano la propria voce. Il corso dell’elaborato prende in esame le posizioni di Marcel Proust e Saint-Beuve, di Michel Foucault e Roland Barthes, e vedrà instaurarsi la convinzione che vita e pensiero percorrono la stessa via, che si fondono in una sintesi inscindibile.
Vedremo la costruzione dei personaggi che Wallace pone sulla scena attraverso la sua ammirazione per Dostoevskij e la nozione di corporeità, sonderemo l’intrattenimento letale di Infinite jest con il supporto di Blaise Pascal e dell’uomo del sottosuolo, proveremo a immedesimarci in coloro che osservano la pellicola dello scherzo infinito in quella dimensione di sospensione della coscienza, di una coscienza che provoca dolore e sofferenza, seguendo le teorie filosofiche di Emil Cioran.
La seconda parte sarà dedicata interamente al racconto di una storia, della storia che tessa la trama de La scopa del sistema; ci addenteremo nelle credenze filosofiche di Lenore, ingabbiata nel sistema che il linguaggio rappresenta: sarà un cammino dettato dall’estraniamento e dal riconoscimento di sé che investe l’esistenza della protagonista, un cammino di ricerca della propria identità personale e dell’instaurasi della scoperta di un indicibile che il linguaggio non può dire, che il significato della propria storia, della sua vita, non è suggellato dalle parole.