Abstract:
Il presente elaborato analizza il duplice ruolo svolto dall’omofonia nella lingua e società cinese, ovvero quello di strumento atto al mantenimento dell’armonia da un lato e come generatore di disordine dall’altro. Dopo aver definito e classificato i caratteri (quasi-)omofoni, si ripercorre l’evoluzione fonologica della lingua cinese per determinare le origini dell’elevata incidenza omofonica, la sua influenza sulla formazione dei caratteri, sul successivo mutamento a lessico prevalentemente polisillabico e semplificazione del suo sistema di scrittura. Il secondo capitolo parte dall’esposizione della dottrina confuciana della 正名 zhèngmíng ‘rettifica dei nomi’, per poi esporre la pratica imperiale della 避讳 bìhuì ‘tabuizzazione dei nomi’, volta a stabilire l’armonia nello stato a partire dall’ordine linguistico, e concludersi evidenziando come il valore omofonico sia uno dei criteri fondamentali nella scelta dei nomi, sia reali che fittizi. Nel terzo capitolo si evidenziano le forme di censura del governo cinese per il mantenimento di una 和谐社会 héxié shèhuì ‘società armoniosa’ nei mezzi di comunicazione online e la resistenza digitale attuata attraverso l’espediente linguistico della 谐音双关 xiéyīn shuāngguān ‘paronomasia omofonica’ e la conseguente creazione di animali mitici. L’importanza dell’omofonia nella cultura cinese è trattata nel quarto capitolo in cui si mostra come non solo la lingua rifletta le credenze dei propri parlanti, ma come ad essa venga riconosciuto il potere di influenzare la realtà che designa. Per rimando omofonico, alcune parole neutre possono diventare 吉利话 jílìhuà ‘parole fortunate’ o 禁忌 jìnjì ‘tabù’ e influenzare sia la quotidianità che i momenti più significativi della vita del popolo cinese.