Abstract:
L’esclusività del “Concerto” al Museo Civico di Treviso di Lodewijk Toeput, meglio noto come Lodovico Pozzoserrato (1550ca-1604/05), è da ricercare sia nel suo carattere di unicità all’interno della produzione del pittore neerlandese ma trevigiano d’adozione, che nella fitta trama di significati e rimandi con cui è stata tessuta la tela. Questo lavoro di tesi è da intendere come un’analisi accurata ed approfondita del linguaggio aneddotico ed emblematico impiegato dal Pozzoserrato finalizzata a svelare l’enorme potenziale racchiuso in questo dipinto, troppo spesso semplificato ed imbrigliato entro stereotipate generalizzazioni. Variamente intitolato come “Concerto in giardino”, “in villa” o “all’aperto”, quello che da sempre ha suscitato l’interesse della critica, è stato l’inserimento del giardino, che dal secondo piano si estende sullo sfondo. Giardino che è sempre stato ricondotto in ambito veneto, e conseguentemente associato alla “civiltà di villa”. Invece, il vero fulcro del “Concerto”, è il virginale suonato dalla giovane donna colta di spalle in primo piano, il cui coperchio privo di decorazione può essere considerato come l’elemento chiave del dipinto, deputato a svelarne il significato più profondo, nascosto dietro una ben architettata allegoria nuziale. Una sorta di specchio opaco chiamato a riflettere il paesaggio retrostante. Non si tratta di una sublimazione d’amore condotta attraverso la musica, ma piuttosto dell’elogio di un amore casto e pudico, sensuale ed erotico, concesso e legittimato dal matrimonio. La concordia e l’armonia all’interno della famiglia, al pari della ricerca e del raggiungimento di un comportamento virtuoso, oltre ad essere valori imprescindibili all’interno del panorama culturale cinquecentesco, da esibire, condividere e tramandare alla discendenza, divengono dei validi alleati per captare il clima generale entro cui il pittore si è trovato ad operare, restituendoci un’immagine veritiera della società dell’epoca.