Abstract:
L’elaborato propone un’analisi dettagliata dell’estetica sperimentale, quale disciplina nata negli anni ‘70 dell’800 ad opera di Gustav Theodor Fechner, e del suo confronto con la più ampiamente conosciuta neuroestetica, la cui nascita viene fatta risalire al 1999, quando Semir Zeki ne presenta i concetti base nel volume La visione dall’interno. Arte e cervello. Attraverso una ricostruzione storica l’attenzione è posta in primis sulla disciplina di Fechner, di cui viene esaminata la nascita e gli sviluppi, che dalla “nuova estetica sperimentale” arrivano alla contemporaneità più vicina a noi. Nel secondo capitolo vengono delineati i caratteri del confronto. Si sviluppa il punto di vista secondo cui la neuroestetica eredita dall’estetica sperimentale non soltanto presupposti e obiettivi, ma anche il peculiare approccio empirico che porta entrambe le discipline a dover fare i conti con le medesime problematiche. Accanto alle analogie vengono individuate due importanti differenze, la cui analisi evidenzia, inaspettatamente, nuovi punti di contatto. A dominare la neuroestetica è infatti il cognitivismo puro, che si scosta dal percettivismo tipico dell’estetica sperimentale, e il focus sul cervello, che innalza una barriera tra corpo e mente soppiantando la visione unificatrice di Fechner. È qui che entrano in gioco le più contemporanee scoperte della neuroestetica, che sfumano queste differenze e portano nuovamente la disciplina sulla stessa strada percorsa anni prima dagli studiosi di estetica sperimentale; affiora, dunque, una continuità che le rende il cuore pulsante di un’unica scienza cognitiva dell’estetica.