Abstract:
In questa tesi, si cercherà di partire dalle fondamenta del butō prima di poter entrare nel vivo della questione e tentare di capire, se possibile, “cosa” sia e quali elementi ne siano il cardine. Esistono diverse angolazioni dalle quali partire per poter penetrare più a fondo nella comprensione di questa “anti-danza”: un punto di vista linguistico, sociale, storico o ancora antropologico. Ad ogni modo, risulta impossibile scindere un campo dall’altro, tutti si intersecano per dar vita al quadro generale del butō. Ogni elemento è strettamente legato agli altri, rendendo difficile definire dei legami unidirezionali di causa-effetto. Tuttavia, una volta messi insieme tutti questi punti di vista, si potrà disporre di una visione più completa ed esaustiva tramite la quale affrontare l’analisi e la comprensione del fenomeno.
Si deve ricordare, al tempo stesso, che forse non sarà possibile capire (in senso stretto) questo tipo di performatività d'avanguardia, forse un termine più adatto sarebbe intuire, in alcuni casi esperire con il proprio corpo. Ed è effettivamente attorno al corpo che verte la seconda parte di questa tesi, ciò che di più paradossale noi "possediamo". Il butō si occupa di tutti i tipi di corpi, a partire da quelli dimenticati dalla storia o dagli altri generi di danza, dai corpi malati, emaciati, e tuttavia bellissimi nel loro essere grotteschi, fino a comprendere i corpi non solo dei danzatori, ma del pubblico stesso.