Abstract:
Nella tesi si indaga la filosofia della storia implicita in "Amazonas", trilogia storica di Alfred Döblin che narra prevalentemente gli eventi attorno la conquista europea del Sudamerica. Partendo dalla considerazione che nel romanzo i vari passaggi dell’evoluzione della civiltà vengono rappresentati come fenomeni di violenza, si sostiene la tesi che il romanzo contenga una riflessione di critica della civiltà (Zivilisationskritik) riguardante tutte le epoche e le culture rappresentate. Si propone una lettura secondo la quale nel romanzo la ragione viene ripetutamente svelata come mito, ovvero come narrazione che si convince di riuscire a interpretare la natura e, in questa autoillusione, produce violenza.
Tale interpretazione del romanzo viene sostenuta tramite il metodo del close reading effettuato su specifiche parti della trilogia. Il close reading permette di cogliere la corrispondenza che c’è fra contenuto e forma del romanzo: ai cambiamenti di visione del mondo che avvengono nel corso della storia umana – così come delineata nel romanzo – corrispondono variazioni stilistiche, con le quali Döblin riproduce l’evoluzione del narrare (quindi della trasmissione della storia) e svela il desiderio di dominio che si nasconde dietro la narrazione. Mettendo in luce la poetica implicita del romanzo (utilizzo delle fonti e delle tradizioni letterarie, elementi intertestuali, strutturali, linguistici, ecc.) si potrà, inoltre, confutare la diffusa opinione secondo la quale la critica döbliniana alla civiltà sarebbe rivolta esclusivamente al mondo europeo moderno.
Nell'analisi si fa riferimento alle teorie di filosofia politica, antropologiche e sociologiche dell'epoca di Döblin che hanno esercitato un'influenza sul suo pensiero o mostrano un'affinità con esso.