Abstract:
Il Mediterraneo si è dimostrato da sempre un’area di scambi e migrazioni tra popoli ma nonostante ciò a partire dagli anni’90 in poi, l’Unione Europea, timorosa dei flussi di migranti irregolari provenienti dalla sponda sud del Mediterraneo, strinse una serie di accordi con paesi nordafricani quali Marocco, Tunisia e Libia affinchè questi assumessero su di sé il carico e la gestione dei profughi. Tutto ciò portò l’Europa ad assumere il ruolo di “Fortezza Europa”. Nell’elaborato verranno analizzati in dettaglio gli accordi stretti dalla UE con i partner sopra menzionali nonché una serie di accordi bilaterali tra cui Spagna-Marocco e Italia-Libia. Saranno esaminati in aggiunta i metodi di sorveglianza maggiormente utilizzati, l’istituzione di Frontex e le nuove tecnologie adoperate per un migliore monitoraggio. Si proseguirà rilevando le barriere fisiche e sociali presenti sia su porzioni di suolo europeo (enclave spagnole in Marocco) che all’interno degli stessi paesi di transito che si convertono nella dimora dei migranti durante il loro viaggio verso l’Europa. Grazie ai report di organizzazioni umanitarie verranno esaminate le violazioni dei diritti umani a cui i migranti sono sottoposti tanto nei campi di accoglienza migranti come nei campi di detenzione libici, sottolineando come il contributo finanziario concesso dai vari paesi dell’Unione e dall’Unione stessa per la collaborazione nel blocco dei flussi li renda complici delle violazioni perpetrate. Infine ci sarà un breve approfondimento su come la pandemia di Covid-19 abbia influito sui flussi migratori.