Abstract:
A eccezione del cinema muto delle origini, dove sordi e udenti erano riuniti nel silenzio e nella mancanza di parole udibili, è solo a partire dal 1986 con la proiezione di Figli di un Dio minore diretto da Haines che riaffiora un tentativo di riconciliare il mondo sordo con quello udente e di sensibilizzare al tema della sordità. La mia tesi propone quindi una disamina di film e cortometraggi diretti da registi sordi e udenti e ne mette in luce tematiche, tecniche di ripresa, espedienti comunicativi ed, eventualmente, criticità. Attraverso il mio lavoro intendo scandagliare quella parte di cinematografia che, nella narrazione, traghetta messaggi educativi volti a sensibilizzare e a diffondere la cultura sorda. Inoltre, grazie alla testimonianza del regista sordo italiano Antonio Bottari, evidenzierò quali sono le principali tecniche cinematografiche da lui adottate per realizzare opere in lingua dei segni e le confronterò poi con le soluzioni adottate invece da alcuni registi udenti. Il confronto tra differenti usi del mezzo cinematografico sottolineerà delle criticità da parte di alcuni registi udenti tra cui inquadrature non sempre efficaci per far risaltare la lingua dei segni, ingaggiamento di attori udenti per recitare il ruolo di persone sorde e di conseguenza un uso inappropriato della lingua dei segni. Infine, anche il problema dell’accessibilità è oggetto di riflessione affinché film sonori o interamente in lingua dei segni siano fruibili da un pubblico eterogeneo.