Abstract:
La tesi, esaminando le principali linee interpretative del padre del pragmatismo americano, con particolare attenzione al panorama italiano, tenta di porre un'interrogazione che possa far emergere i limiti intrinseci alla pratica semiologica. Provando a discostarsi da un paradigma antropocentrico e programmatico che sembra pervadere quasi tutte le letture di Peirce, si presterà molta attenzione a quale sia il senso del metodo messo così in gioco ed a come esso richiami irrinunciabilmente la domanda verso gli elementi essenziali del pensiero semio-logico. Attraverso l’analisi di quest’ultimo e la sua inquadratura all’interno di una dimensione che sia quantomeno fenomenologicamente ed ermeneuticamente fondata, piuttosto che esplicitamente dichiarata epistemica ed euristica, il percorso evidenziato tende verso una riscoperta psicologica dei contributi fondamentali del nostro filosofo. Girando intorno al saggio On a New List of Categories, che come è risaputo era considerato dall’autore il suo unico contributo alla filosofia, chiarendone in modo mirato il retroterra genealogico, i punti di divergenza e quelli di debito originario rispetto alla tradizione filosofica occidentale, si vorrà mostrare come leggere oggi Peirce significhi, almeno per chi scrive, interrogare radicalmente la propria appartenenza al mondo e le proprie possibilità, sempre concesse a partire da quella disposizione fondamentale che pare sostenere ogni nostra attività, scientifica, filosofica e non.