Abstract:
La tesi ha come obiettivi principali l’analisi della costruzione dell’identità nazionale siriana, nella
consapevolezza del suo essere in continuo mutamento ed evoluzione, e l’indagine delle narrative e
contro-narrative emerse nel corso degli anni durante il governo della famiglia Assad. Lo scopo
principale è sottolineare come l’arte possa essere una pratica di resistenza, adducendo alcuni esempi
tra le tante voci di controcultura e contro-narrazione che sono emerse negli ultimi anni in Siria.
La prima parte si concentra sui discorsi ufficiali promossi da Hafiz Al-Assad e da suo figlio Bashar, in
relazione a tre macro-tematiche: guerra, potere e identità.
La seconda parte della dissertazione procede oltre le narrative governative e si articola in un tentativo
di presentare le contro-narrative proposte da alcuni artisti contemporanei siriani.
La base dell’intero progetto di tesi è l’idea che identità e valore del patrimonio culturale siano il
prodotto di una negoziazione politica e sociale, derivata da un’interazione continua tra numerosi
attori differenti. A questo si aggiunge la convinzione di come l’arte, pur nella sua limitatezza, possa
essere un potente veicolo di visioni altre e narrazioni differenti da quelle ufficiali.
Nello spazio ideologico creato dalla guerra civile, concentrarsi su queste voci altre permette di
adottare uno sguardo decentralizzato, aprendo a nuove prospettive e possibilità di indagine e
comprensione, attraverso l’arte, su cosa voglia dire essere Sirian* oggi.