Abstract:
Lucantonio degli Uberti, noto anche come Lucantonio Fiorentino, è un incisore, editore e tipografo di cui si hanno notizie intorno alla prima metà del Cinquecento. Ad ogni modo, i limiti della sua attività non si possono stabilire con esattezza. Sappiamo invece per certo che Lucantonio fu un artista itinerante, il quale lavorò a Verona, Venezia, Firenze e verosimilmente anche a Milano e a Esztergom, in Ungheria. A Venezia era attivo, in primo luogo, nel campo dell’illustrazione libraria e teneva bottega a San Moisè: le sue xilografie, che secondo Essling presentano il monogramma in ben diciassette varianti, ornano molti volumi stampati presso i principali editori veneziani. Fu anche autore di un consistente nucleo di fogli sciolti, e l'attività di ricerca si è concentrata specialmente su questo materiale. Il presente studio prende avvio dalla ricostruzione della fortuna critica dell’incisore, caratterizzata dalla frammentarietà delle fonti storico-artistiche e da fraintendimenti che hanno riguardato il suo nome. Per fare luce in modo più puntuale su uno snodo importante della biografia, è stata eseguita la trascrizione integrale degli atti di un processo contro Lucantonio conservati nell’Archivio di Stato di Venezia. Segue un primo tentativo di catalogo ragionato di tutti i fogli incisi dall’artista. La sua produzione grafica è significativa anzitutto per la versatilità delle tecniche utilizzate: il bulino, la xilografia, il chiaroscuro. L’opera xilografica, in particolare, non è mai stata studiata in modo sistematico. Le stampe considerate, fra cui un inedito, rispecchiano un gusto eclettico che attinge a molteplici fonti, fiorentine, veneziane e nordiche. Cristofano Robetta, Filippino Lippi, Albrecht Dürer, Marcantonio Raimondi, Hans Baldung Grien e Tiziano sono alcuni dei principali riferimenti stilistici e iconografici. Fra le molte questioni metodologiche coinvolte nella ricostruzione del corpus incisorio di Lucantonio, si è rivolta particolare attenzione alla ricerca di esemplari sconosciuti, alla verifica dell’autografia e alla riflessione critica sul precoce uso del chiaroscuro e sui molti monogrammi attribuiti a lui e alla sua bottega.