Abstract:
Questo lavoro di ricerca parte da una riflessione sull’artista veneto
Paolo Gioli, in particolare sulla sua opera video-artistica e le
sperimentazioni di cui quest’ultima è oggetto.
Tale riflessione non può non prescindere dagli stimoli che egli ha tratto
in diversi anni, sia in campo artistico che cinematografico, da fiorenti
realtà come New York, Roma, Milano e Venezia, fondamentali per la
ricerca, pratica e teorica, sui nuovi media e sui conseguenti effetti in
campo visuale e sul conseguente impatto che tali ambienti hanno
avuto sullo sviluppo artistico di Gioli.
Quanto e in che modo il linguaggio mediale (intendendo la sua opera
non semplicemente nel suo essere tecnico e pura materialità) di Gioli
ha influito sulla fruizione dei suoi lavori? L'utilizzo di un linguaggio
infranto e indefinito è mera manipolazione e sperimentazione video-
artistica o un tentativo più profondo di liberare l'immagine dall'essere
una semplice rappresentazione, spingendosi quasi alla sua negazione?
Manipolando le immagini si tenta di manipolare lo sguardo dello
spettatore? Dunque che tipo di rapporto si crea tra immagine e
spettatore, dal momento che Gioli stesso instaura un rapporto
viscerale, un coinvolgimento anche fisico, con il processo di creazione
di tali immagini?
Suddetti quesiti sono il punto di partenza da cui questo lavoro trae
spunto per svilupparne una ricerca più ampia e originale.