Abstract:
L’elaborato tratterà dell’utilizzo della fotografia come mezzo per mostrare delle realtà comunemente demonizzate, cercando di “estetizzare l’antiestetico”, soprattutto attraverso l’utilizzo di un corpo che afferma delle identità ‘altre’, lontane dai canoni tradizionali.
Viene posta l’attenzione sulla messa in scena fotografica di due ‘tipologie’ di identità.
L’identità estetica: si cerca di scostarsi dai canoni estetici tradizionali, per porre lo spettatore nella condizione di rapportarsi con la “diversità”. Quindi esemplificare con lavori di artisti che mostrano il dismorfismo corporeo e che rinunciano all’idealizzazione estetica del corpo ‘perfetto’ per indagare, invece, gli aspetti che inquietano la società e che perciò vengono dissimulati. Gli artisti utilizzano come soggetti i cosiddetti ‘freaks’, figure con deformazioni fisiche e ritenute bizzarre.
L’identità di genere: la rappresentazione della sessualità e di un genere non binario. Il corpo, infatti, dopo l’epoca modernista - periodo in cui viene sottovalutato – è divenuto negli ultimi decenni il principale indicatore di appartenenza identitaria, arrivando ad essere utilizzato come uno “strumento di presentazione” che si fonda principalmente su canoni estetici. Il cambiamento che ha portato all’acquisizione di una maggiore coscienza corporea è rintracciabile nell’operato femminista degli anni Settanta, quando anche il nudo assume particolare rilevanza. Si iniziano, così, ad affrontare grandi problematiche riguardanti l’identità e da cosa essa venga delineata, facendo riferimento agli studi attuati in ambito socio-filosofico che hanno affrontato l’identità di genere in rapporto alla società e agli schemi culturali e politici dai quali è permeata. Gli artisti cercano di svincolare il genere e la sessualità da modelli radicati nella società e di mettere in discussione gli stereotipi sociali mostrando una sessualità che non venga rilegata esclusivamente al concetto di pornografia.