Abstract:
Nella seconda metà del XX secolo in Unione Sovietica si verificò la presenza di gruppi artistici «underground» che grazie alle sollecitazioni date dal contesto in cui vivevano stabilirono delle nuove tendenze artistiche. Da una parte la ricca tradizione storico-culturale russa e dall’altra le nuove manifestazioni artistiche internazionali, i diplomatici che divennero presto loro collezionisti e le fonti illegali circolanti, sulla scia aperta dal «disgelo» chruščëviano. I pittori «underground» dovettero affrontare difficili vicissitudini a causa della propria arte, che si contrapponeva a quella ufficiale espressa attraverso il metodo del Realismo Socialista. Egli diedero origine a inaspettate visioni artistiche dopo essersi distaccati dalla concezione artistica vigente a livello ufficiale. Recuperarono elementi e motivi legati alla tradizione artistica e alla religione russe, nonostante queste fossero state relegate, bandite a seguito dell’ascesa bolscevica e poi soppiantate dall’«ateismo scientifico». Vasilij Sitnikov, Anatolij Zverev ed Eduard Štejnberg, come molti loro colleghi dell’«underground», coi loro percorsi artistici individuali ripresero motivi russi antichi, simbolici, religiosi e ne realizzarono dei nuovi linguaggi artistici autentici, ripercorrendo a loro modo le teorie e le ‘orme’ dell’avanguardia russa degli anni Dieci e Venti del XX secolo.