Abstract:
L’iconosfera in cui siamo costantemente immersi è composta di immagini effimere, ridondanti, eternamente disponibili e infinitamente riproducibili. Nel corso dell’ultimo secolo le immagini sono diventate il principale medium di relazione con il mondo, tramite le quali apprendiamo e comunichiamo. Un’immagine non costituisce mai materia inerte: essa agisce sui nostri sensi e mette in gioco le nostre emozioni, andando a suggestionare e sedurre la nostra parte inconscia e desiderante al di sotto della superficie cosciente e razionale. Questo potere delle immagini è stato ampiamente impiegato nell’industria pubblicitaria e nelle operazioni di propaganda politica.
Il cinema – fabbrica di immagini per eccellenza – non è rimasto immune da certi condizionamenti. Le sue caratteristiche tecniche lo rendono simile alla natura di un sogno: il montaggio, la struttura narrativa e l’uso di archetipi universali portano lo spettatore a identificarsi con i protagonisti sullo schermo e a esperire con loro le proprie catarsi. Attraverso la ripetizione di determinati temi e messaggi il cinema può generare miti e plasmare l’immaginario collettivo.
L’industria di Hollywood, analizzata nel periodo che va dalla Grande Depressione agli albori della Guerra Fredda, si è rivelata una formidabile macchina di mobilitazione e coinvolgimento della psiche umana al servizio della propaganda di Stato; una fabbrica di auto-celebrazioni tramite le quali condurre l’imperialismo culturale nel resto del mondo.
La tesi vuole mettere in evidenza i processi tramite i quali certe visioni del mondo vengono propagate, al fine di elaborare uno sguardo consapevole per la lettura del nostro passato e del nostro presente.