Abstract:
Nel 2020 la popolazione di cittadini stranieri registrata nella Regione Veneto è di 500 mila. Trattandosi di residenti, il fenomeno dell’immigrazione non può continuare ad essere analizzato come un’emergenza. Sarebbe auspicabile, invece, enfatizzare l’integrazione del cittadino straniero modificando strutturalmente la recezione dei bisogni e la progettazione sociale inclusiva. Il termine ‘comunità’ ritorna oggi ad essere impiegato con una pluralità di accezioni, giacché si assiste ad una rinascita dell’influenza degli stati-nazione, la creazione delle ibride Community-Hub e la partecipazione attiva dell’associazionismo immigrato. Questa ricerca si fonda sulle basi teoriche del lavoro di comunità incorporando i rapporti tra dimensione locale-globale. La seconda parte dello studio si concentra sull’analisi dei metodi per l’implementazione dell’animazione territoriale al fine di pensare e sviluppare politiche di integrazione che rispondano effettivamente ai bisogni dei territori. Come riuscire ad attivare le reti? Come mettere in sinergia gli attori presenti nei territori per creare convergenza? Verranno analizzate le responsabilità dei diversi attori: l’amministrazione pubblica, garante dei servizi e attuatrice delle politiche pubbliche; il crescente settore privato/terzo settore e, infine, le associazioni di immigrati: i diretti interessati. I casi di studio analizzati sono quelli delle provincie Venete coinvolte nel progetto IMPACT-FAMI per l’integrazione dei migranti con politiche e azioni coprogettate sul territorio, realtà che documentano l’intenzione di attuare dei cambiamenti strutturali affinché l’assistito diventi attore attivo delle strategie di inclusione sociale.