Abstract:
Attorno agli anni ’60 e ’70 del secolo scorso in America e in Europa si afferma quella che ad oggi è conosciuta come performance art. Alcuni artisti cominciano a sviluppare una tendenza alla violenza e alle rappresentazioni cruente, che a partire dagli anni ’80 si diffonderà anche in Cina tramite l’M Group. A partire dagli anni ’90 è possibile osservare una frequenza crescente di tale inclinazione: in questo periodo vengono infatti praticate azioni estremamente cruente sia afferenti alla body art che slegate da essa. È a partire dalla fine degli anni ’90 che i performer cinesi cominciano ad andare oltre il proprio corpo: dalla flesh art si assiste infatti al passaggio alla shock art: un movimento artistico nato tra gli ultimi anni del 1990 e i primi anni del 2000 caratterizzato dall’utilizzo di materiali altamente controversi, tra cui parti di corpi umani, cadaveri e animali vivi. L’opinione pubblica e il mondo artistico, sia cinese che occidentale, si dividono: critici d’arte e media di tutto il mondo rendono noti pensieri contrastanti riguardo la questione morale legata a questo genere di performance art. Questo tipo di performance violenta è dovuto ad un background sociopolitico? Qual è la ragione per cui gli artisti si dedicano a questo tipo di arte? Cosa giustifica l’utilizzo di materiali eticamente condannabili? È realmente etico usare feti e animali per la performance art violenta cinese? Queste costituiscono le domande alle quali si tenterà di trovare risposta attraverso questa tesi.